1.500 pagine, 700 lemmi-articoli 160 box di approfondimento, 17 appendici monotematiche, 500 illustrazioni a colori e in bianco e nero, frutto del lavoro di 168 autori tra docenti universitari, rappresentanti di istituzioni e associazioni impegnate nell’ambito delle migrazioni italiane all’estero che hanno raccontato una pagina fondativa della storia italiana: quella Grande Emigrazione tra Ottocento e Novecento. Un lemma racconta anche la migrazione italiana nel Granducato di Lussemburgo all’interno del nuovo Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo.


L’idea del dizionario nasce a margine di un convegno che organizzato da Mina Capussi, giornalista e fondatrice del portale UN MONDO DI ITALIANI  per la Settimana dei Macchiaroli nel Mondo (abitanti di Macchia Valforte, provincia di Campobasso, ndr). “A quel convegno – racconta Capussi- avevo invitato l’amica e collega Tiziana Grassi (autrice per Sportello Italia) e, come per una folgorazione, ci è venuto in mente di scrivere un Dizionario dell’Emigrazione. “Chissà se ci ha pensato già qualcuno!” ci siamo dette. “Il giorno successivo eravamo già al lavoro e da quel momento le nostre energie, gli sforzi e il tempo si sono concentrate sulla realizzazione di questa opera colossale”. Un’opera di carattere scientifico ma che ha coinvolto anche le associazioni dagli emigrati e chi si occupa per lavoro e per professione di emigrazione.

Per il Lussemburgo la giornalista Paola Cairo ha contribuito con due lemmi: silicosi ed emigrazione in Lussemburgo. “Una grande opportunità – dice la Cairo- per far conoscere al mondo anche la storia ultracentenaria degli italiani nel Granducato e un pensiero all’amico da poco scomparso Daniele Rossini, che per primo mi ha fatto scoprire la storia degli italiani, che emigrati nelle miniere del Belgio, morivano anche a causa dell’inalazione della polvere di silicio”. Il Dizionario – presentato ufficialmente lo scorso giugno a Roma – è edito da SER ITALIAteneo ed è stato sostenuto dalla Fondazione Migrantes. La prima copia è stata acquistata da Armando Manzo, un emigrato in Argentina, che ha inviato alla Capussi la somma di 100 dollari in una busta chiusa. “Mi ha chiamato – dice la curatrice – e mi ha detto di aver pianto quando ha letto alcuni lemmi”.

Per acquistarlo:

www.editriceromana.com

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